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Cleopatra: regina ambiziosa e audace

 

Secondo Plutarco, nel 47 a.C., quando venne a sapere dell’arrivo di Gaio Giulio Cesare ad Alessandria, la regina Cleopatra VII, che era stata costretta all’esilio dopo essere stata deposta dai consiglieri del fratello e marito Tolomeo XIII, decise di presentarsi personalmente al generale romano per chiedergli aiuto nel riconquistare il trono d’Egitto.
Lo storico greco lo racconta così:

«Cleopatra, accompagnata da uno solo dei suoi amici, Apollodoro il Siciliano, si imbarcò su una piccola imbarcazione e giunse al palazzo quando era ormai notte.

Poiché sembrava non esserci altro modo per entrare senza essere vista, si distese all’interno di un sacco da letto e, dopo averlo legato, Apollodoro lo portò da Cesare.

Questo piccolo stratagemma di Cleopatra, che rivelava fin dal primo momento la sua audace audacia, si dice sia stato ciò che per primo affascinò Cesare.» (Vite Parallele, Cesare, Capitolo 49)

Sembra che tra Cleopatra e Cesare si sia creata un’immediata intesa, e già la mattina seguente, quando Tolomeo XIII giunse per incontrare Cesare, lui e Cleopatra avevano già raggiunto un accordo.

La relazione tra Cleopatra e Cesare, dalla quale nacque un figlio Cesarione (chiamato anche Tolomeo XV), aveva per entrambi scopi politici. Il dittatore romano doveva assicurarsi il controllo dell’Egitto, importante per le sue risorse finanziarie, mentre Cleopatra sperava di ottenere per il suo Paese (l’Egitto) una posizione di privilegio all’interno del dominio romano.

Giulio Cesare arrivò sulle sponde dell’Egitto nel 48 a.C. con l’intento di inseguire Pompeo, che aveva trionfalmente sconfitto, ma non ancora eliminato, nella battaglia di Farsalo, una località della Tessaglia (Grecia).

Giunto in Egitto, però, Cesare seppe che Pompeo era morto. Tolomeo XIII infatti lo aveva fatto assassinare, contando di ottenere la benevolenza di Cesare. La testa di Pompeo, infilzata su una lancia, fu portata come dono a Cesare dai miliziani di Tolomeo XIII.

In Egitto Cesare rimase coinvolto nella contesa che opponeva i due sovrani, lo stesso Tolomeo XIII e sua sorella nonché moglie, la regina Cleopatra. Anche Cleopatra era – come Tolomeo – desiderosa di ingraziarsi un potente alleato sull’altra sponda del Mediterraneo.

Bisogna ricordare che all’epoca Cesare aveva cinquant’anni e Cleopatra appena diciotto. Egli assicurò il potere a Cleopatra e rimase per nove mesi in Egitto, dimenticando sua moglie Calpurnia e i suoi doveri verso Roma.

Nel 46 a.C., Cesare tornò a Roma e Cleopatra lo seguì dopo qualche mese, portando con sé il figlio appena nato. Cesare riconobbe pubblicamente Cesarione come suo figlio (anche se non suo erede) e Cleopatra come sua consorte, sebbene fosse già sposato con Calpurnia e le leggi romane vietassero la bigamia.

Cleopatra rimase a Roma fino alla morte di Cesare, nelle Idi di marzo del 44 a.C. Nell’estate dello stesso anno morì anche Tolomeo XIV, suo fratello e marito, forse avvelenato dalla stessa Cleopatra, che subito dopo designò il figlio Cesarione suo correggente.

La storia della regina restò legata a quella di Roma persino dopo la morte di Giulio Cesare. Cleopatra infatti seppe sedurre anche Antonio, luogotenente di Cesare in Gallia; cercò di far capitolare pure Ottaviano, futuro primo imperatore di Roma. Ottaviano però la rifiutò e la spinse a darsi la morte a soli 39 anni, facendosi mordere da un aspide, un serpente velenoso.

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