L’entrata in guerra dell’Italia non fu una sorpresa per nessuno, tuttavia provocò una spiacevole impressione, soprattutto nei paesi neutrali. L’attacco all’ormai agonizzante Francia fu un atto di vigliaccheria.
Mentre Hitler telegrafava a Mussolini dicendo di essere profondamente commosso per la storica decisione italiana, il presidente americano Roosevelt, che aveva cercato fino all’ultimo momento di impedire l’intervento italiano, commentò così quella tragica decisione: "Oggi 10 giugno 1940, la mano che teneva il pugnale lo ha calato sulla schiena del vicino. Oggi inviamo al di là dei mari, a coloro che continuano con magnifico coraggio la lotta per la libertà, i nostri voti e le nostre preghiere".
Nel paese in cui il governo fascista si accingeva ad aggredire, vivevano 800.000 italiani, impiegati nell’edilizia, nell’agricoltura nella metallurgia, nel commercio e tutti ostili alla guerra ma soprattutto affezionati al paese che li ospitava.
Nella notte tra il 12 e il 13 aerei italiani bombardarono Hieres, Saint-Raphael, Calvi, Biserta, Basti, Tolone e l'attacco alla più importante base navale della Francia.
Il giorno 15 Hitler comunica a Mussolini il rifiuto del concorso delle truppe italiane nelle operazioni tedesche in Francia. Mussolini si offende, si infuria e reagisce ordinando a Badoglio di attaccare la Francia dalle Alpi, ma non fa in tempo perchè Hitler lo informa dell'armistizio chiesto dalla Francia, fatto giungere dal governo spagnolo.
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