mercoledì 13 novembre 2024

Islam ed Ebraismo a confronto


Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un breve video sull'Islam e ho letto anche alcuni libri sull'argomento. Niente di tutto ciò mi qualifica come un'autorità in materia, se non per la convinzione che si tratti di una religione molto complessa. Ha delle forti somiglianze con l'Ebraismo e alcune divisioni.

Il libro sacro dell'Islam è il Corano. Da quello che ho visto, è una raccolta di versetti e comandamenti, che il musulmano rigorosamente osservante prende sul serio. È considerato la parola di Allah, l'unico Dio che i musulmani adorano. Poi c'è l'Hadith, scritto su Maometto, l'unico profeta che i musulmani venerano. Descrive la vita, le azioni e i detti del profeta, ed è preso anch'esso molto sul serio.

Poi c'è la legge della Sharia, che sembra l'intero corpo della legge islamica, da cosa sia derivata? Non è molto chiaro poiché la questione è controversa.

Da tutto quello che ho sentito, e per essere il più obiettivo possibile, è tutto preso direttamente dal Corano o dall'Hadith. Non ho visto nessun saggio musulmano citato che interpretasse una parte in un modo o nell'altro. Sembra che tutto sia stato sollevato completamente dal testo originale e portato nella vita quotidiana. Non ho mai sentito parlare di dibattiti, scuole di pensiero (tranne sunnita contro sciita e altri rami), innovazioni, compilazioni o qualsiasi cosa che mi dica come trasformano il loro testo sacro in qualcosa con cui vivere e di cui vivere. Sembra che nulla venga messo in discussione, ispezionato o cambiato in alcun modo. Probabilmente non è così, non ho certezze in merito.

Discutiamo ora su come gli ebrei guardano alla nostra legge e alla Torah. Gli ebrei considerano la Torah come la Parola di Dio. È eterna e immutabile. Ma come la impariamo e cosa ne ricaviamo dipende da noi, entro ampi parametri. Non possiamo abolire lo Shabbat o nessuna delle festività. Ma il modo in cui le osserviamo fa parte di una forte tradizione che risale a quasi tremila anni fa. È in parte un'usanza, sì. Poi c’è la guida della vita ebraica, Talmud

Il Talmud è un corpus di testi, ma è molto più di un grande libro. È infatti un codice di leggi e una raccolta di storie, un contenitore di nozioni diverse, ma anche un immenso verbale di discussioni aperte, di pareri contrastanti. È stato, ed è tuttora, la guida della vita ebraica tradizionale e, al tempo stesso, una miniera di conoscenze e di spunti di riflessione. Per tutto questo, i figli d’Israele lo chiamano confidenzialmente mare

Talmud è una parola ebraica che significa letteralmente «studio»; ma indica, in sostanza, un grande libro: la raccolta di commenti e pareri alle norme etiche, giuridiche e rituali del popolo ebraico (giudaismo). Questo corpus di testi ha una natura – per così dire – aperta. Il Talmud va infatti immaginato come il lunghissimo verbale, o la trascrizione, di discussioni fra maestri.

Esso è composto di due parti: la prima è la Mishnah (che significa «ripetizione»), un antico codice di leggi ebraiche redatto intorno al 2°-5° secolo d.C., cui si è aggiunta in seguito, a titolo di commento e ampliamento, la Ghemarah (cioè, più o meno, «completamento»). L’insieme di questi due testi compone il Talmud, che fu messo per iscritto in un periodo compreso fra il 6° e il 7° secolo.

Qualsiasi argomento che coinvolga gli ebrei è soggetto a un punto di vista halachico e probabilmente a una sentenza di qualche tipo. Potrebbe essere un'approvazione, o una disapprovazione, o un divieto diretto. Ma ne seguirà un dibattito, e una battaglia scatenata.

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