martedì 10 settembre 2024

Il disastro di Chernobyl

  
 
 Nelle prime ore del 26 aprile 1986, si verificò il disastro nucleare di Chernobyl, che sprigionò nubi radioattive sull'Europa e oltre.

L'esplosione nella centrale di Chernobyl in Ucraina rilasciò 50 milioni di curie di radiazioni, equivalenti a 500 bombe di Hiroshima. Inizialmente, le autorità sovietiche, tra cui Mikhail Gorbachev, minimizzarono la gravità, credendo che il reattore fosse intatto.
Questa risposta ritardata peggiorò la situazione. Boris Shcherbina, inviato a gestire la crisi, riconobbe la fusione solo ore dopo.
Gli elicotteri iniziarono a sganciare materiali per contenere le radiazioni, esponendo i piloti a livelli elevati di radiazioni.
Nonostante l'aumento delle radiazioni, gli ordini di evacuazione per i 50.000 residenti di Prypiat furono ritardati. Mancate comunicazioni ed esitazioni burocratiche fecero sì che molti cittadini non fossero consapevoli del pericolo.
Solo circa 36 ore dopo l'esplosione fu ordinata un'evacuazione. I residenti se ne andarono con pochi beni, pensando che sarebbero tornati presto.
Le radiazioni furono disperse ancora di più dall'esodo, con effetti disastrosi sulla salute a lungo termine, tra cui il cancro.
La città è ancora inabitabile, il che dimostra gli effetti duraturi della catastrofe e la precoce copertura da parte dell'Unione Sovietica.

 

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